VALUTAZIONE:
Personaggi: ⭐⭐⭐⭐⭐
Trama: ⭐⭐⭐⭐⭐
Ambientazione: ⭐⭐⭐⭐⭐
TRAMA
La relazione tra Persefone e Ade è venuta allo scoperto, e la tempesta mediatica che ne è conseguita sconvolge la vita della ragazza e minaccia di smascherare il suo ruolo di dea della primavera. Ade, il dio dei morti, si porta addosso il peso del suo passato infernale. Un passato che tutti vogliono riportare alla luce in modo da allontanare Persefone da lui. Le cose non fanno altro che peggiorare quando un’orribile tragedia spezza il cuore di Persefone, e Ade si rifiuta di aiutarla. Disperata, la ragazza prende in mano la situazione, stringendo accordi che avranno gravi conseguenze. Afflitta dalla sua perdita e dall’aver scoperto un lato di Ade che non aveva mai visto, Persefone non potrà fare a meno di porsi una domanda a cui ha paura di rispondere. È davvero disposta a diventare la regina dell’Oltretomba?
AMBIENTAZIONE
In questo secondo libro ci muoviamo in altri ambienti. Non solo quelli già conosciuti nel primo libro: qui faremo familiarità con un ospedale ed ambienti soffocanti. Il linguaggio dell’autrice cambia in maniera netta ogni qual volta la protagonista si sposta da un luogo all’altro. La compassione che proveremo per Persefone, cambierà anche la percezione dei luoghi che attraverseremo soprattutto, in una delle scene più dure che la Dea della Primavera dovrà vivere in bilico tra sogno e realtà.
PROTAGONISTI PRINCIPALI
ADE: soffre molto (a modo suo) e non riesce ad esprimere il suo dispiacere nei confronti del lutto che Persefone ha deciso di portare. Ho trovato Ade più vulnerabile rispetto al primo libro, le sue sicurezze vacillano. Ha paura di mostrare a Persefone il suo lato più profondo e crede che nascondendo determinati affari e questioni, la Dea possa farsi un’idea giusta di lui. In realtà sarà solo l’inizio delle loro discussioni. Ho amato la sua determinazione nello spiegare all’amata che quando un’anima è pronta per attraversare l’Oltretomba, bisogna saperlo accettare e mettere da parte il proprio egoismo. Ho apprezzato molto la figura della Dea Ecate e di come questa sia uno dei punti di riferimento di Ade.
PERSEFONE: attraverserà molti momenti di crescita personale che la porteranno finalmente ha comprendere completamente sé stessa. Persefone per metà libro dimentica di essere una Dea e continuerà a comportarsi come un essere umano. Contrasterà in tutti i modi la presa di un’anima a lei cara, andando contro Ade. Il tutto sarà ingigantito da una forte gelosia e paura di non essere abbastanza per il Dio dell’Oltretomba e questo la porterà ad avere degli atteggiamenti un po’ troppo sopra le righe. Quando finalmente la protagonista abbraccerà definitivamente sé stessa, arriverà al culmine del suo percorso interiore. Lei è forte, forse anche più di Ade stesso.
MY POINT OF VIEW
A Touch of Ruin è il secondo libro della trilogia su Ade e Persefone. Il libro affronta uno dei temi più temuti dall’uomo ovvero la morte. L’autrice lo fa sotto molteplici punti di vista. Affrontiamo il lutto tramite Persefone che incarna la non accettazione della fine di una persona casa per paura di accettare un domani la solitudine e un vuoto incolmabile. Dall’altro lato abbiamo Ade tenta di far capire (alla sua amata ed anche al lettore), che la morte non è la fine. L’accettazione di essa significa rispetto per l’anima stessa che (una volta pronta a morire) ha la possibilità di trovare pace. In molti hanno recriminato Persefone un atteggiamento sbagliato nei confronti del lutto ed hanno addirittura etichettato questo libro come il più superficiale. In realtà è una lettura molto profonda che affronta le contraddizioni dell’essere umano e che ne fanno emergere le sue più grandi paure e debolezze.