Sono felice di pubblicare la mia prima intervista a un’autrice!
Sara Simoni
Sara Simoni è scrittrice di romanzi fantasy e young adult. I suoi libri sono editi da Acheron Books , casa editrice specializzata nel fantastico italiano.
Tra i libri pubblicati:
- “La principessa di Ys”
- “Il guardiano di Ys”
- “Dolomites”
- “Il Mesmerista“
Leggi l’intervista di seguito per conoscere meglio l’autrice!
Cosa ti ha spinta ad intraprendere la carriera di scrittrice?
Fin da bambina ho sempre amato leggere e raccontare storie. L’incontro fortunato con alcuni romanzi, primo tra tutti la Bussola d’Oro, mi ha fatto capire che quello che volevo era riuscire a creare libri capaci di far sentire gli altri come io mi ero sentita tra quelle pagine.
Il mestiere di scrittore non è tra i più semplici, soprattutto in Italia, e molto spesso viene giudicato “inutile”. Io credo che le belle storie abbiano il potere di cambiarci e migliorarci la vita.
Com’è nata la storia della Mesmerista?
La Mesmerista nasce dalla collisione tra diverse idee, che come in un Big Bang letterario sono esplose in un intero universo narrativo. Volevo far rivivere sulla carta gli anni ’20, volevo creare un’avventura che si muovesse in alcuni dei miei luoghi del cuore, volevo un sistema magico originale e “scientifico” basato su una teoria affascinante realmente esistita, volevo una storia d’amore struggente… Quando tutte queste ispirazioni si sono incontrate, è nata la storia di Lena e Bas.
Quale messaggio hai voluto trasmettere con questo libro?
Personalmente non amo quando i romanzi si prefiggono di trasmettere un messaggio, perché in molti casi si riduce a un appiattimento con la pretesa di dire al lettore cosa pensare, cosa è giusto e cosa è sbagliato. Lo trovo un po’ artificioso, perché nella realtà quasi mai esistono il bianco e il nero, il Giusto e lo Sbagliato. Il bello della narrativa è la possibilità di drammatizzare, ossia di mettere in scena determinati temi (anche scottanti) e di mostrare premesse e conseguenze attraverso le azioni dei personaggi.
In questo senso, la Mesmerista affronta argomenti come la guerra e la famiglia, ma il tema cardine è quello dell’apertura all’Altro. L’ho pensata prima di tutto come una storia sull’amore nel suo senso più profondo e sul coraggio che ci vuole per aprire il proprio Io alla possibilità di un Noi. Intorno a questo nocciolo ho intessuto il sistema magico, i personaggi, la trama.
Viviamo in un’epoca di individualismo dove questo tema non è particolarmente popolare, ma forse proprio per questo lo trovo di un’importanza radicale.
Ad oggi qual è il libro più bello che hai scritto?
L’autore forse non è la persona più adatta per esprimere un giudizio di questo tipo, ma posso dire che il libro di cui sono maggiormente soddisfatta è proprio la Mesmerista. Poi ogni lettore, a seconda dei suoi gusti personali, avrà le sue preferenze, ed è giusto così.
Grazie ai tuoi romanzi, abbiamo conosciuto (e conosceremo ancora) molti personaggi. In quali di loro ti rivedi?
Cerco di non ritrarmi mai al 100% nei miei personaggi. A livello di scrittura è un’operazione rischiosa, che tende a minare la capacità di vedere problemi di caratterizzazione o di trama. Ogni storia ha i “suoi” protagonisti, quelli che sono più giusti per il tipo di trama, tema, ambientazione, altri personaggi in gioco. Detto questo, ogni personaggio è comunque frutto del mio pensiero e della mia esperienza, perciò nessuno è del tutto separato da me. È come se ogni elemento del libro fosse una piccola scheggia della mia psiche.
Posso dire comunque che a livello caratteriale Bas, il protagonista maschile della Mesmerista, è quello più vicino a me.
Cosa hai provato quando è stato pubblicato il tuo primo libro?
La pubblicazione è un saliscendi di emozioni. Prima di arrivarci si tende a immaginare che sarà tutto bellissimo. Ed effettivamente è bellissimo vedere concretizzato il frutto di tanto lavoro e poterlo condividere con i lettori. Ci sono però tanti aspetti che non si vedono da fuori e rendono l’approdo in libreria un momento provante a livello psicologico: doversi mettere in gioco con la promozione (spesso senza gli strumenti tecnici e teorici per farlo al meglio), confrontarsi con il giudizio degli altri, fare i conti con una filiera editoriale che offre la massima visibilità a pochi e quasi niente ad altri… Fa tutto parte del gioco, ma è difficile capirlo davvero prima di averci sbattuto la testa in prima persona.
Hai avuto momenti di sconforto durante la stesura dei tuoi libri?
Sempre! Scrivere richiede di confrontarsi con la parte più intima di se stessi. Altrimenti, se non avessimo niente di importante da dire, tanto varrebbe stare zitti, no? Però è impossibile trovare le cose importanti in superficie. Bisogna scavare dentro la propria anima, le proprie paure, fino ad arrivare a qualcosa di vero. E questo lavoro su se stessi rende fragili ed esposti.
Questa considerazione va sommata al fatto che i libri richiedono tempo per essere scritti (mesi, a volte anni) e che, come accennavo prima, gli autori non devono occuparsi solo della scrittura, ma anche della promozione e del contatto con i lettori. Se bisogna fare un puro calcolo del dare/avere, scrivere un libro è sempre un investimento in perdita, ed è normale che ci siano momenti di sconforto.
Però se non siamo noi a scrivere quel libro non lo farà certo qualcun altro, no?
Ti è mai capitato di fare qualcosa di folle durante la scrittura? (Tipo: ballare con il gatto; far bruciare la cena..)
Quando sono molto concentrata tendo a estraniarmi, quindi bruciare la cena temo che sia qualcosa di troppo frequente per poterlo definire “folle” rispetto alla mia quotidianità.
Una delle cose più assurde che ho fatto risale al tempo del mio primo fantasy, la Principessa di Ys. Avevo inviato la proposta del romanzo ad Acheron Books e la CE mi aveva risposto positivamente, dicendosi interessata a leggere tutto il libro. Volevo però rileggerlo un’ultima volta in modo da consegnare una versione il più possibile perfetta, e per qualche motivo mi ero convinta che fosse possibile farlo nel corso di una sola notte. Ovviamente non ci sono riuscita. La mattina dopo dovevo partire per una vacanza con il mio fidanzato, e ho trascorso tutto il viaggio in macchina a finire di leggere il libro alla disperata ricerca di errori da sistemare. Una volta arrivata a destinazione ero finalmente pronta a inviare il manoscritto… peccato che a quel punto fossi talmente stanca da mettere un brutto refuso proprio nel testo della mail!
Comunque il libro alla fine è stato accettato ed è diventato il primo dei miei romanzi pubblicati da Acheron Books.
Cosa dobbiamo aspettarci dal secondo libro de “La Mesmerista”?
Ci sarà una nuova ambientazione (sempre tutta italiana), un approfondimento del sistema magico, intrighi, idrovolanti (li adoro!), nuovi personaggi e una bella crescita dei protagonisti che già conosciamo. Credo che la vera sfida di scrivere il secondo volume di una serie sia far procedere gli archi di trasformazione dei personaggi senza bruschi cambiamenti che corrano il rischio di snaturarli. Lena, Bas e l’ambiguo Doria dovranno fare i conti con le conseguenze delle loro azioni e trovare il modo di guarire dalle vecchie ferite per affrontare le nuove sfide che li metteranno seriamente in pericolo.
E poi ovviamente vi aspettano traumi e ship a non finire.
Cosa vorresti dire ai/alle tuoi/tue lettori/lettrici?
Grazie. Grazie perché siete l’unico vero motivo per cui esistono i miei personaggi e le mie storie. Spero che Lena, Bas e tutti gli altri riescano ad emozionarvi sempre e a farvi sentire a casa.
Ringrazio di cuore Sara Simoni per aver risposto alle mie domande.
Potete trovarla su IG: sarasimonibooks oppure su: https://www.sarasimoni.com/